5 consigli di scrittura di Yahia Belaskri

Secondo Yahia BelaskriYahia Belaskri gli scrittori hanno il potere di dire l’indicibile. Ma come ci riescono?

L’autore ha dispensato qualche consiglio durante l’atelier di scrittura che ha tenuto in occasione del Festival Sun Art, il “Salon du livre Afro-caribéen”, che si è svolto a Aix-en-Provence il 29 e 30 novembre 2019.

1. La prima cosa che ha tenuto a sottolineare è che tutti possiamo raccontare una storia, in quanto cittadini del mondo. Inutile, quindi, partire da lontano. Tutto quello che ci serve per iniziare a scrivere si trova già dentro di noi, e si tratta del nostro vissuto personale, dei nostri sentimenti e delle nostre idee.

2. Poi ha suggerito di utilizzare frasi semplici, pur esaltando la singolarità. Insomma, scrivere frasi lunghissime secondo lui è inconcludente (a meno che, beninteso, non si tratti di uno stile che vi caratterizza e che avete scelto di proposito), però anche la facilità è da evitare: non bisogna lavorare solo sull’aspetto generale del testo, ma anche sulla singola parola.

3. Secondo l’autore, in letteratura è centrale porsi determinate domande. Possiamo chiederci, ad esempio, se capovolgere o meno una frase per creare un’immagine. Pone l’esempio di una metafora: “la notte è un mondo vivente”. Se vogliamo farla diventare più diretta, stimolando la fantasia del lettore, basta capovolgere la frase, e avremo: “il mondo vivente della notte”. Semplice e immediato.

4. Cosa fare in caso di blocco dello scrittore? Se stiamo scrivendo una storia, e a un certo punto non sappiamo più come andare avanti, è sufficiente mettere un punto. È inutile mandare avanti a tutti i costi un pensiero che non riusciamo più a sviluppare. Tanto vale mettere un punto e inserire un bel colpo di scena o una frase a effetto.

5. Ultimo preziosissimo consiglio di Yahia Belaskri. Anzi, più che un consiglio l’autore sfata un falso mito: secondo lui, infatti, l’ispirazione non esiste. Non aspettate più di essere ispirati per mettervi a scrivere. La scrittura, proprio come la traduzione, è un lavoro artigianale: occorre lavorare, lavorare, lavorare. Certo, sulla storia che volete raccontare, ma anche e soprattutto sulla lingua. Ogni autore, infatti, ha una lingua tutta sua, riconoscibile e distinguibile dalle altre (clicca qui se vuoi scoprire quella di Ahmadou Kourouma). Provate a creare la vostra, lavorando sulla scelta delle parole, sul ritmo, sulla musicalità e sul vostro stile in generale.

Buona scrittura!

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