L’Africa descritta attraverso i romanzi di Leonora Miano

Leonora MianoLeonora Miano, nata a Douala, in Camerun, il 12 marzo 1973, vive attualmente in Francia. La scrittrice è nata esattamente tredici anni dopo l’indipendenza del Camerun, avvenuta nel 1960, e parte per l’Europa nel 1991, poco dopo l’inizio dei problemi economici e sociali che affliggono il suo Paese d’origine. Una volta in Francia, studia Letteratura Anglo-americana, vivendo prima a Valenciennes e poi a Nanterre. Leonora Miano ha quindi vissuto sulla sua pelle non solo l’epoca postcoloniale del suo Paese, ma anche la situazione di immigrata in Europa.

La passione per la scrittura accompagna l’autrice fin dalla più tenera età. Difatti, scrive le sue prime poesie a otto anni e, una volta adolescente, inizia a scrivere i primi romanzi. Eppure, sottopone le sue opere alle case editrici solo una volta trentenne, quando si considera pronta da un punto di vista stilistico. Il primo romanzo che pubblica, L’intérieur de la nuit (2005; Notte dentro, pubblicato da Epoché nel 2007), vince tra il 2005 e il 2007 sei diversi premi: il Prix Révélation 2005, il Prix Louis Guilloux 2006, il Prix Montalembert 2006, il Prix Réné Fallet 2006, il Prix Bernard Palissy 2006 e il Prix Grinzane Cavour 2008 per la traduzione italiana nella categoria primo romanzo straniero.

Nel 2006 pubblica Contour du jour qui vient (I contorni dell’alba, pubblicato da Epoché nel 2008), che vince il Prix Goncourt des Lycéens e il Prix de l’Excellence camerounaise 2007; nel 2009 Les Aubes écarlates che vince il Trophée des arts afro-caribéens 2010; sempre nel 2009Soulfood équatoriale che vince il Prix Eugénie Brazier; nel 2012 Écrits pour la parole che vince il Prix Seligmann contro il razzismo; nel 2013 La Saison de l’ombre che vince lo stesso anno il Prix Fémina e il Grand prix du roman métis. Nel 2011 vince il Grand prix littéraire d’Afrique noire per l’insieme delle sue opere, che include anche altri testi.

Leonora Miano «ha deciso di fare della letteratura un’esplorazione delle esperienze dei popoli della regione subsahariana e dei discendenti degli africani ormai insediati nel continente americano, il mare dei Caraibi»[1].

I personaggi delle sue opere sono, quindi, discendenti di africani, spesso portatori di un’identità multipla. In effetti, la stessa scrittrice non si considera solo una franco-camerunese, ma, attraversando i continenti, la sua identità non smette mai di rinnovarsi e cambiare. Per lei, la questione identitaria si risolve in un’identità plurale e ibrida, al punto che l’autrice ha inventato un neologismo per descrivere gli europei di origine africana: Afropéens. Si tratta di un aggettivo che racchiude tutte quelle persone figlie di migranti di origine africana nate in Europa. Queste attingono la loro identità non solo dal continente europeo in cui sono nate e cresciute, ma anche dalle loro radici africane, possedendo quell’identità ibrida che le arricchisce e le confonde allo stesso tempo. Anche se Leonora Miano è d’origine africana e vive in Francia, non si considera una Afropéenne, e questo perché non è nata in Europa: lei è cresciuta in Camerun. La stessa autrice, quindi, è alla ricerca della sua identità, proprio come i suoi personaggi.

La migrazione, l’integrazione e l’identità non sono i soli argomenti legati all’Africa di cui parla Leonora Miano all’interno delle sue opere. Contrariamente alla maggior parte degli scrittori africani, l’autrice parla anche della tratta degli schiavi e della colonizzazione. La scrittrice non possiede quel desiderio di “alzare un velo sulla memoria africana” [2], ma, al contrario, denuncia e rinnova la memoria della storia africana. Di questa memoria fa parte anche l’infanzia maltrattata, che Leonora Miano denuncia attraverso la messa in scena del conflitto tra madri e figli e quella dei bambini soldato. Parlando della storia dell’Africa, la scrittrice parla anche dell’essere donna, condizione descritta nel suo eroismo e coraggio, ma anche nella sua sofferenza. In effetti, Leonora Miano denuncia le violenze inflitte al corpo della donna, così come quelle inflitte alla sua psiche.

«L’opera di Leonora Miano è sorprendente per la rottura radicale con i testi preesistenti della letteratura negroafricana. Essa traccia la strada per un’estetica della frammentazione del racconto, della rottura delle forme e della trasgressione dei tabù»[3].

Le tematiche trattate da Leonora Miano sono, quindi, legate spesso alla denuncia. L’autrice si allea con il popolo, con le persone vittime di sofferenze ingiuste. Denuncia il razzismo, il sessismo e tutti quegli -ismi negativi che la colonizzazione e una società patriarcale hanno inflitto al mondo. E, così facendo, trasgredisce i tabù con lo scopo di scioccare, di imprimere nella memoria del lettore una rottura che, di tanto in tanto, urta la sua sensibilità.

Ma l’originalità della scrittura di Leonora Miano va al di là delle tematiche trattate nelle sue opere. Ciò che la contraddistingue da altri scrittori è anche il suo stile. È difficile descrivere uno stile che sia omogeneo all’integrità delle sue opere. Effettivamente, esso cambia per ogni scritto. Ciò che resta costante è la voglia dell’autrice di giocare con la lingua, destrutturandola e arricchendola, mescolando il francese con parole inglesi e camerunesi. La sua scrittura si compone di frasi eleganti e altre oralizzanti.  Soprattutto, ciò che caratterizza il suo stile è la musicalità del testo. La sua scrittura attinge ritmo e forza dalla musica, in particolar modo dal jazz, come afferma la stessa autrice: «Sono cresciuta in un ambiente in cui la musica nero-americana giocava un ruolo importante»[4].

Margaret Petrarca

Romanzi di Leonora Miano pubblicati in Italia:

Notte dentro, Epoché, 2007
I contorni dell’alba, Epoché, 2008

[1] Alice Delphine TANG, L’œuvre romanesque de Leonora Miano : fiction, mémoire et enjeux identitaires, Paris, L’Haramttan, 2014, p. 7 (mia traduzione).

[2]Ibid, p. 8 (mia traduzione).

[3]Ibid., p. 15 (mia traduzione).

[4]https://savoirsenprisme.com/numeros/04-2015-langue-et-musique/lecriture-jazzy-des-ecrivains-afropeens-rhapsodies-chez-koffi-kwahule-leonora-miano-et-georges-yemy/ (mia traduzione).

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